domenica 4 novembre 2012

21 NOVEMBRE: Festa di Nostra Signora delle Grazie - Nuoro

"La Madonna delle grazie è la vera protagonista dei nuoresi".
questo pensiero è nelle menti di tutti i sardi dal '600, dopo che un'orribile pestilenza colpì tutta l'isola. E' per questo che la Madonna delle Grazie viene considerata miracolosa. Le vecchiette - racconta Grazia Deledda - dicevano che fosse fatta di carne ed ossa e che non volesse essere mai sposata dalla nicchia. Un pensiero ancora più recente arriva da Ottorino Alberti, il quale da anni sostiene che all'interno della Madonna vi siano documenti inediti; nonostante tanti sforzi non si è ancora ottenuto il permesso di verificare il fatto - probabilmente anche per motivi derivati dal tradizionale pensiero per cui la Madonna non voglia essere "disturbata". La tradizione infatti  narra che, nel caso in cui venisse spostata dalla nicchia, cadrebbe l'ira di Dio sugli abitanti: anche solo trasportata per le processioni avrebbe portato lampi e pioggia. Punizione che, in caso di siccità, avrebbe - anzi - giovato il popolo, come accadde nel 1893: una pesante siccità colpì la Sardegna e venne deciso di "portare in giro" la statua di Nostra Signora delle Grazie e iniziò a piovere.
La grande devozione per la Madonna deriva principalmente dalla storia del suo ritrovamento, infatti, i fedeli arrivavano (e arrivano) da tutta la Sardegna per ricordare il miracoloso ritrovamento del simulacro nella zona di Su linnàmene - sa Serra. Fu il maestro muratore Nocolò Ruju Manca a trovare la Madonna, in una nicchia rocciosa in cui stava il suo gregge, affidato ad un servo. Il maestro portò la statua in casa (vicino alla futura Chiesa) proteggendola, momentaneamente, con una nicchia costruita dai muri di casa sua.
Nicolò donò nel XVIII secolo una cappella alla Compagnia di Gesù per dare ai Padri Gesuiti la possibilità di costruire una loro dimora e per dare una degna casa alla Madonna:
"Voglio ed è mia volontà che, previo il consenso e il beneplacito dell'illustrissimo Signor Arcivescovo e del Rev. Pievano di questa villa, vengano, se voglio a fare una loro fondazione quelli della Compagnia di Gesù, per la maggior gloria di Dio e della sua SS. Madre, nel quale caso cedo tutto per la suddetta fondazione."                                        (V. Archivio di Stato di Torino -  Sardegna - materia Eccl. Cat. 14, m.5)
La cappella fu fatta costruire da Ruju per mantenere la promessa, fatta alla Madonnina, di trovare una nicchia più sicura e dignitosa. La devozione del maestro nuratore ebbe una tale influenza sui suoi conoscenti, da far diffondere il culto in breve tempo e con grandi risultati: la chiesetta si trovò ben presto onorata con doni e importanti lasciti.
Senza togliere niente all'aggettivo "miracoloso", è necessario tener conto - come ci racconta Mons. Alberti - che probabilmente la statua fosse stata dimenticata dalla gente che si spostava spesso per sfuggire dagli "stranieri". Durante le fughe, le persone portavano con sè gli averi più importanti ma spesso, tra uno spostamento e l'altro, molti oggetti - specialmente i più pesanti - venivano persi o abbandonati o conservati in fosse, nella speranza di poter ritornare e recuperarli.
Il 13 maggio 1670, la chiesa di N.S. delle Grazie fu aperta per la prima volta al culto, dopo due anni circa dalla posa della prima pietra (1667-1668). Vent'anni dopo (4 giugno 1690) avvenne la solenne consacrazione della chiesa da parte del Vescovo di Alghero, Mons. Gerolamo Gonzalez de Velasco. Nuoro in quel periodo apparteneva infatti alla diocesi algherese. La dilazione così in quel periodo, era troppo lungo e molto poco sicuro.
Nel 1812 il sindaco si presentò nel santuario per sciogliere il voto fatto alla Madonna nel '600. Durante la messa solenne, celebrata dall'intero clero del capoluogo, avvenne per la prima volta la Presentazione dei Ceri alla Madonna, dodici ceri quanti erano i rioni della città:
"Poco prima del sacro rito un corteo di uomini in costume (tanti quanti erano i rioni del paese) con un grosso cero istoriato e ornato di nastri partiva dal municipio insieme al sindaco e ai consiglieri comunali e si recava nel secentesco santuario per deporre ai piedi dell'altare il dono simbolico e per rinnovare l'atto di riconoscenza per lo scampato pericolo".
Alla novena partecipavano numerosi nuoresi, ma anche i devoti dei paesi limitrofi e della Sardegna intera.
Gianni Pititu si chiede: "Che cosa spinge tanto popolo ad una devozione quasi viscerale per la Madonna delle Grazie?". Sicuramente è un atto di ringraziamento nei confronti della Madonna per le sue grazie e per il "carisma che esercita per la tradizione perchè è diventato un bisogno, un ricordo degli insegnamenti dei progenitori.
Non bisogna dimenticare che è il connubio tra materiale e spirituale il fattore che fa brillare  il Santuario agli occhi dei fedeli come "un faro di luce e una sorgente di grazia". I padri giuseppini animano il Santuario con le numerose attività della parrocchia, rendono viva la fede, la devozione per la Madonna delle Grazie e rimandano alle grazie ricevute dalla Madonna, la quale - si pensa - desideri essere la patrona di un santuario che difonda il valore di Grazia:

"Qui il povero trovi misericordia, 
l'oppressione ottenga libertà vera e ogni uomo goda 
della dignità dei tuoi figli, 
 finchè tutti giungano alla gioia piena  
nella santa Gerusalemme del cielo."


  • Le Grazie di Nuoro tradizioni e innovazioni per una drammaturgia di comunità, Università Cattolica (Brescia), tesi specialistica a.a. 2008-2009.

Nessun commento:

Posta un commento