domenica 4 novembre 2012

21 NOVEMBRE: Festa di Nostra Signora delle Grazie - Nuoro

"La Madonna delle grazie è la vera protagonista dei nuoresi".
questo pensiero è nelle menti di tutti i sardi dal '600, dopo che un'orribile pestilenza colpì tutta l'isola. E' per questo che la Madonna delle Grazie viene considerata miracolosa. Le vecchiette - racconta Grazia Deledda - dicevano che fosse fatta di carne ed ossa e che non volesse essere mai sposata dalla nicchia. Un pensiero ancora più recente arriva da Ottorino Alberti, il quale da anni sostiene che all'interno della Madonna vi siano documenti inediti; nonostante tanti sforzi non si è ancora ottenuto il permesso di verificare il fatto - probabilmente anche per motivi derivati dal tradizionale pensiero per cui la Madonna non voglia essere "disturbata". La tradizione infatti  narra che, nel caso in cui venisse spostata dalla nicchia, cadrebbe l'ira di Dio sugli abitanti: anche solo trasportata per le processioni avrebbe portato lampi e pioggia. Punizione che, in caso di siccità, avrebbe - anzi - giovato il popolo, come accadde nel 1893: una pesante siccità colpì la Sardegna e venne deciso di "portare in giro" la statua di Nostra Signora delle Grazie e iniziò a piovere.
La grande devozione per la Madonna deriva principalmente dalla storia del suo ritrovamento, infatti, i fedeli arrivavano (e arrivano) da tutta la Sardegna per ricordare il miracoloso ritrovamento del simulacro nella zona di Su linnàmene - sa Serra. Fu il maestro muratore Nocolò Ruju Manca a trovare la Madonna, in una nicchia rocciosa in cui stava il suo gregge, affidato ad un servo. Il maestro portò la statua in casa (vicino alla futura Chiesa) proteggendola, momentaneamente, con una nicchia costruita dai muri di casa sua.
Nicolò donò nel XVIII secolo una cappella alla Compagnia di Gesù per dare ai Padri Gesuiti la possibilità di costruire una loro dimora e per dare una degna casa alla Madonna:
"Voglio ed è mia volontà che, previo il consenso e il beneplacito dell'illustrissimo Signor Arcivescovo e del Rev. Pievano di questa villa, vengano, se voglio a fare una loro fondazione quelli della Compagnia di Gesù, per la maggior gloria di Dio e della sua SS. Madre, nel quale caso cedo tutto per la suddetta fondazione."                                        (V. Archivio di Stato di Torino -  Sardegna - materia Eccl. Cat. 14, m.5)
La cappella fu fatta costruire da Ruju per mantenere la promessa, fatta alla Madonnina, di trovare una nicchia più sicura e dignitosa. La devozione del maestro nuratore ebbe una tale influenza sui suoi conoscenti, da far diffondere il culto in breve tempo e con grandi risultati: la chiesetta si trovò ben presto onorata con doni e importanti lasciti.
Senza togliere niente all'aggettivo "miracoloso", è necessario tener conto - come ci racconta Mons. Alberti - che probabilmente la statua fosse stata dimenticata dalla gente che si spostava spesso per sfuggire dagli "stranieri". Durante le fughe, le persone portavano con sè gli averi più importanti ma spesso, tra uno spostamento e l'altro, molti oggetti - specialmente i più pesanti - venivano persi o abbandonati o conservati in fosse, nella speranza di poter ritornare e recuperarli.
Il 13 maggio 1670, la chiesa di N.S. delle Grazie fu aperta per la prima volta al culto, dopo due anni circa dalla posa della prima pietra (1667-1668). Vent'anni dopo (4 giugno 1690) avvenne la solenne consacrazione della chiesa da parte del Vescovo di Alghero, Mons. Gerolamo Gonzalez de Velasco. Nuoro in quel periodo apparteneva infatti alla diocesi algherese. La dilazione così in quel periodo, era troppo lungo e molto poco sicuro.
Nel 1812 il sindaco si presentò nel santuario per sciogliere il voto fatto alla Madonna nel '600. Durante la messa solenne, celebrata dall'intero clero del capoluogo, avvenne per la prima volta la Presentazione dei Ceri alla Madonna, dodici ceri quanti erano i rioni della città:
"Poco prima del sacro rito un corteo di uomini in costume (tanti quanti erano i rioni del paese) con un grosso cero istoriato e ornato di nastri partiva dal municipio insieme al sindaco e ai consiglieri comunali e si recava nel secentesco santuario per deporre ai piedi dell'altare il dono simbolico e per rinnovare l'atto di riconoscenza per lo scampato pericolo".
Alla novena partecipavano numerosi nuoresi, ma anche i devoti dei paesi limitrofi e della Sardegna intera.
Gianni Pititu si chiede: "Che cosa spinge tanto popolo ad una devozione quasi viscerale per la Madonna delle Grazie?". Sicuramente è un atto di ringraziamento nei confronti della Madonna per le sue grazie e per il "carisma che esercita per la tradizione perchè è diventato un bisogno, un ricordo degli insegnamenti dei progenitori.
Non bisogna dimenticare che è il connubio tra materiale e spirituale il fattore che fa brillare  il Santuario agli occhi dei fedeli come "un faro di luce e una sorgente di grazia". I padri giuseppini animano il Santuario con le numerose attività della parrocchia, rendono viva la fede, la devozione per la Madonna delle Grazie e rimandano alle grazie ricevute dalla Madonna, la quale - si pensa - desideri essere la patrona di un santuario che difonda il valore di Grazia:

"Qui il povero trovi misericordia, 
l'oppressione ottenga libertà vera e ogni uomo goda 
della dignità dei tuoi figli, 
 finchè tutti giungano alla gioia piena  
nella santa Gerusalemme del cielo."


  • Le Grazie di Nuoro tradizioni e innovazioni per una drammaturgia di comunità, Università Cattolica (Brescia), tesi specialistica a.a. 2008-2009.

domenica 5 agosto 2012

5 Agosto: Santa Maria della Neve


Dalla precedente Santa Maria ad Nives sarebbe derivata secondo la scheda 215 del XV secolo del codice di San Pietro, Sancta Marja de Nuor. Questa festa per Ottorino Alberti, sarebbe d'origine catalana. La patrona della città e della diocesi di Nuoro si festeggia nell'omonima chiesa neoclassica del XIX secolo (la prima pietra venne posta il 2 Novembre 1835), innalzata dalla volontà del vescovo Giovanni Maria Bua e progettata dall'architetto Antonio Cano, deceduto nel 1840 per cause accidentali durante i lavori. Questa tragedia, ovviamente rallentò l'edificazione della cattedrale che avvenne nel 1853. La festa di S. Maria della Neve ricorda il miracolo del colle Esquilino, quando nevicò su Roma il 5 agosto.
La scarsa partecipazione dei nuoresi alla festa della loro patrona può essere giustificata dal fatto di essere una festa importata. il contrario succede con le Festa di Nostra signora delle Grazie, la quale viene festeggiata da secoli per onorare e ringraziare la Vergine per la salvezza elargita a Nuoro e alla provincia in occasione di una pesante epidemia di peste. E' forse per queste ragioni, che la Vergine delle Grazie è considerata  la patrona reale della città. Tale patronato è condiviso dai nuoresi con tutti gli abitanti della provincia essendo il Santuario delle Grazie diocesano.
Il fatto che la festa di S.M. della Neve si festeggia in agosto, nel periodo classico delle ferie, non può essere considerato la causa della scarsa partecipazione, basti pensare sia alla festa de Su serbadore che alla Sagra del Redentore che, nonostante sia di recente origine (1901), vede la partecipazione di molti sardi provenienti da tutta l'isola e di numerosi turisti che arrivano dal resto dell'Italia e dall'Estero.
Ora ci si potrebbe chiedere se la scarsa partecipazione alla vera festa patronale di Nuoro sia un fenomeno negativo o non sia, invece, un bene, perchè preserva la patrona dalla eccessiva spettacolarità e superficialità che talvolta inquina altre occasioni solenni. Positivo o meno che sia tale reazione, riservato ad una ristretta cerchia di partecipanti (vicinato, chiesa cattedrale)o meno, la patrona tuttavia viene ugualmente rispettata e ricordata dai nuoresi che spesso chiamano le loro figlie Nevina, come primo o secondo nome.
E.C.

giovedì 2 agosto 2012

Paolo Fresu:"Fuoco" Time in Jazz 2012


Il terribile rogo dello scorso luglio nelle campagne tra Oschiri e Berchidda ha anticipato drammaticamente l’edizione numero ventiquattro del festival internazionale Time in Jazz.
Questo anno ci prepariamo all’importante compleanno dei venticinque anni e ciò accade sviscerando proprio il tema del fuoco e chiudendo idealmente il capitolo quadriennale legato agli elementi.
Se venticinque anni sono un traguardo importante lo è ancora di più il cammino intrapreso da Time in Jazz quattro anni fa, quando si decise di indagare sullo stato del pianeta e sulle possibili relazioni tra l’arte e la natura.
Ciò era già stato fatto in passato, ma proprio l’intuizione del 1997, quando Antonello Salis tenne un piano solo nella piccola chiesetta di Sant’Andrea, ci ha portato negli anni a dover riflettere non solo sul rapporto tra uomo-musica-territorio-natura ma sull’impatto che un festival come il nostro può avere sull’ambiente che ci ospita.
Ritengo che quell’intuizione di allora abbia modificato in modo sostanziale il ruolo del festival e la natura dello stesso. Rendendoci più responsabili e coscienti dell’importante compito che una manifestazione come la nostra deve avere. Compito e missione che non deve essere solo il proporre buona musica ma utilizzare i suoni (ma anche le altre forme artistiche che a Berchidda sono di casa da anni) per una riflessione collettiva intorno ai temi ambientali e a quelli energetici.
Il progetto Green Jazz, da noi sviluppato, ha contribuito a stimolare un dibattito intorno a questioni fondamentali che riguardano tutti e il ritrovarci tutti assieme, a consumare il rito collettivo del concerto immersi nella natura o ospiti in una basilica persa nel nulla, ci obbliga non solo a dialogare correttamente con gli spazi ma a viverli coralmente dividendoli e condividendoli con gli altri.
In fondo il rispetto per il pianeta passa attraverso quello verso noi stessi e verso gli altri, e in questo senso la musica e l’arte hanno un valore fondamentale in quanto linguaggi comunicativi che attraversano l’uomo e il mondo, tessendo fili che annodano la parte più profonda e recondita di noi stessi.
Dovessi tracciare un bilancio di questo quarto di secolo direi che il vero successo di Time in Jazz non è nella musica e nella gente che accorre numerosa. Perché se ciò è fondamentale lo è ancora di più avere fatto di Time in Jazz il luogo che ribalta il tradizionale concetto del vedere e del sentire.
A Berchidda si vede con il cuore e si sente con gli occhi perché nei mille luoghi incontaminati che ci accolgono i sensi si amplificano grazie ai colori e ai profumi che a loro volta donano magia e poesia alla musica.
Quelli della terra e quelli dei suoi frutti che sono il vino, l’olio, il formaggio, il miele…
La scommessa del futuro sarà non solo esserci ancora ma proseguire questo percorso che, negli anni, ha intrapreso direzioni diverse fino ad approdare al nostro tempo.
Purtroppo non è stato difficile in questi quattro anni essere attuali. Le catastrofi del mondo hanno fatto sì che per ogni elemento ci fosse sempre un’attualità costante che s’innestava in ciò che andavamo a sviluppare in seno alle nostre attività.
Se il jazz è la musica contemporanea per antonomasia, questa non fa altro che percorrere parallelamente l’evoluzione della storia e così è stato anche per noi.
Dopo Acqua, Aria e Terra non si poteva chiudere questo ciclo che con il tema del Fuoco che, soprattutto in Sardegna, è sempre di un’attualità sconvolgente.
E non potevamo non essere nel Tempio (maiuscolo come la città gallurese) di Curraggia, dove, nel 1983, perirono nove persone per un incendio doloso, che rappresenta, per tutti, il monito di un passato che non deve ritornare.
I tanti artisti che compongono il nutrito programma di quest’anno hanno il compito di tradurre in suoni, forme e colori ciò che l’elemento del fuoco potrà loro suggerire. Certi che questo sarà declinato in mille e mille variazioni simboliche.
Perché il fuoco non è solo distruzione e morte ma anche redenzione e luce.
Paolo Fresu

Dal sito:
http://www.timeinjazz.it/programma_calendario_pages.php?l=2&id=9&id_cal=118&id_p=297
http://www.timeinjazz.it/programma_calendario_pages.php?l=2&id=9&id_cal=118&id_p=296

Festival Internazionale Cala Gonone Jazz 2012



Giunto alla sua venticinquesima edizione, il Festival Internazionale Cala Gonone Jazz propone una kermesse di musica jazz dal 22 al 29 luglio in due differenti scenari.
L'abbinamento è con l'enologia che caratterizzerà la prima e la terza fase di Calagonone Jazz Festival 2012. “Humus: i sensi e l'arte - Le strade del cannonau”: questo il titolo dell'Anteprima Calagonone Jazz che si svolgerà a Villa Muscas a Cagliari il 22, 23 e 24 luglio e durante la quale saranno prima esposti e poi degustati i vini cannonau.
Tra Villa Muscas e le cantine c'è Calagonone Jazz (26, 27, 28 e 29 luglio), la rassegna vera e propria: Mike Stern, i Metrò, il pianista Antonio Ciacca, uno dei principali rappresentanti della musicalità italoamericana nella storia del jazz.
Ancora “Humus – I sensi e l'arte” il primo, il 2 e il 3 agosto, ma stavolta direttamente nelle cantine di Oliena, Mamoiada e Dorgali. In questi tre giorni Battista Giordano, Paola Puggioni e il tenore San Gavino di Oniferi suonano “I Microcosmi”, musiche senza confini.
Gran finale nel segno della tradizione con Gavino Murgia. Sabato 4 agosto, al Teatro Comunale di Calagonone, il grande sassofonista nuorese chiude il festival con “Gavino Murgia Quarter in quartet”.

Dal sito:
http://www.sardegnaturismo.it/it/evento/festival-internazionale-cala-gonone-jazz-2012
http://www.intermezzonuoro.it/

Festival Dromos 2012 a Oristano *** dal 29/07 al 16/08/2012 ***




A cavallo tra i mesi di luglio e agosto 2012, Oristano e i vicini paesi costieri ospitano il festival Dromos, che giunge quest’anno alla sua quattordicesima edizione. Come negli anni passati, la manifestazione unisce musica e letteratura, arte e filosofia, legandole intorno ad un tema che sia ponte fra la cultura sarda e quelle internazionali.

Il tema di quest’anno è quello della Hispanidad, l’unità linguistica e culturale che lega il Mediterraneo e la Sardegna tanto all’America latina quanto al Sud-est asiatico. A partire dal 29 luglio e fino al 16 agosto, a mostre ed esposizioni si affiancheranno i concerti.

Carignano Music Experience 2012 *** dal 15/07al 02/09/2012 ***


Dal 15 luglio al 2 settembre 2012 si svolge la rassegna Carignano Music Experience - Sapori e note nelle cantine del Sulcis. Il pregiato vino rosso, il Carignano, e la musica d'autore sono i protagonisti di questo evento che propone itinerari e degustazioni nelle cantine, i borghi e le piazze.
Il 15 Luglio 2012 andrà in scena nelle Cantine di Calasetta The Ballroom Kings Show in "I ritmi scatenati degli anni '50" (Rock'n roll, Swing, Rhythm & Blues). Il 29 Luglio 2012 nella suggestiva cornice dell'antico borgo di pescatori di "Is Loccis Santus"a San Giovanni Suergiu i protagonisti saranno Alessandro Haber e il quintetto Meridies in "El Tango". Il 12 Agosto a Sant'Anna Arresi, nella Piazza del Nuraghe, Anna Tifu, Romeo Scaccia, Fabio Furia e Massimo Battarino propongono il "Galà Concerto". Il 26 Agosto nelle Cantine di Santadi andrà in scena il Duo Bacalov - Mercelli in "Colonne sonore & World Music". Il 2 Settembre nella Cantina di Sant'Antioco Giuseppe Nova e Rino Vernizzi Jazz Quintet in "Da Busseto a Buenos Aires" chiuderanno questa meravigliosa esperienza
Per le degustazioni informazioni e prevendite: 0781 828205.
Per maggiori informazioni telefono 0781 828205; 070 491272
http://www.sardegnaturismo.it/it/evento/carignano-music-experience-2012
http://www.sulcisiglesiente.eu/site/dettaglioevento.asp?KeyEvento=289&idcomunone=

Appetitosamente 2012

Appetitosamente è un luogo d'incontro, di scambio, e di condivisione.
Un punto di riferimento regionale, dove discutere del cibo come espressione di culture, di modi di vivere e di identità, uno spazio dove praticare il piacere, la convivialità, la diversità, l'amicizia, l'etica, il dubbio, la curiosità, la felicità, la bellezza.
Il programma del festival prevede anche numerosi spettacoli e concerti: "Cose che mi sono capitate…ancora", spettacolo di e con Gene Gnocchi, Stefano Bollani Piano Solo, "Sighi, Singin’ " concerto-spettacolo di Rossella Faa, Anna Tifu, gruppi folk dalla Sardegna (Orroli, Siddi) e da altre parti del mondo (Kenia) e l’accompagnamento musicale di Igrazio Mura (fisarmonica) e Giovanni Aru (launeddas).
http://www.sardegnaturismo.it/it/articolo/appetitosamente-2012
http://redazione.sardegnaturismo.it/sites/default/files/pieghevole%20WEB%202%20PAG.pdf

I Candelieri di Nulvi

I tre candelieri, che rappresentano il gremio degli Agricoltori ("Sos Messaios"), il gremio degli Artigiani ("Sos Mastros") e quello dei Pastori ("Sos pastores"), pesano circa 9 quintali ciascuno e sono alti circa 8 metri. Ciascun candeliere viene sorretto da 20 persone che, accompagnati da una massa umana, trasportano questo peso in atto di voto fatto alla Madonna. Durante le poche soste è possibile toccare il fuso e brindare assieme ai portatori. Infine la notte, tutti sono invitati alla cena offerta dai comitati che ogni anno si alternano ad organizzare la festa. Dopo aver fatto il giro del paese, essi infatti, vengono sistemati all'interno della chiesa di San Filippo Neri con un ordine ben preciso: gli agricoltori entrano per primi in chiesa e sistemano il candeliere al centro, gli artigiani occupano il posto sulla destra della Madonna e i pastori - che hanno l'onore di aprire al sfilata - stanno alla sinistra. Fanno da corona al catafalco della Vergine dormiente che viene sistemato al centro. A questo punto iniziano i vespri e fanno ingresso in chiesa l'Angelo con gli Apostoli, uomini del Coro di Santa Croce, segno dell'antica dominazione spagnola che intonando l' "Ave Maris Stella" accompagnano il simulacro dell'Assunta che viene deposto sul letto. La sera del 15 agosto si assiste alla funzione dell' "Apostolato".

http://www.sardegnaturismo.it/it/articolo/i-candelieri-di-nulvi

lunedì 7 maggio 2012

MAN: Arte e Misura

Il Museo d’Arte della Provincia di Nuoro prosegue nel dialogo con il territorio e con la città di Nuoro attraverso il progetto “ARTE A MISURA”, che inizierà il 23 febbraio per concludersi il 4 luglio. Nato dall’idea di museo come luogo dinamico di creazione e di incontro, “ARTE A MISURA” invita 5 artisti a pensare un’opera da realizzare appositamente per gli spazi di un negozio di abbigliamento , il Sotgiu Store di Nuoro.

NUORO - Il termine a misura o su misura, prestato dall’ambito sartoriale, suggerisce il modus operandi del progetto che invita ogni artista a trasformare e rivisitare il luogo prendendo appunto le misure. Ciascun intervento avrà la durata di venti giorni e sarà inaugurato con un evento  che partirà dalle ore 18 in piazza San Giovanni, presso Sotgiu Store Nuoro, con dj set e proiezioni video all’aperto. L'elenco degli appuntamenti:

Vincenzo Pattusi 23 febbraio - 14 marzo
Legato alla manualità del fare arte, l’artista dipinge su ogni tipo di supporto traendo la sua ispirazione dal quotidiano e dalla cultura popolare, dal fumetto, come dal cinema di ricerca. In una sorta di data-base virtuale acquisisce e rielabora continuamente informazioni che provengono dai canali più disparati. L’artista presenta la sua opera che rivela l’appartenenza al mondo dei writers nella forma di un’installazione creata appositamente per l’evento.

Giulia Casula 22 marzo - 11 aprile
Attraverso la realizzazione di opere fotografiche, video e installazioni, l’artista rappresenta le suggestioni visive del suo quotidiano. Estrania lo spettatore, con l’intenzione di fargli rivivere un’esperienza personale, quel ricordo lontano che affiora nella mente durante il dormiveglia attraverso sensazioni confuse e senza dettaglio. E’ la sensazione del deja-vù, in cui si mescolano familiarità ed estraniamento. Le sue opere sono investigazioni territoriali e concettuali, riflessioni sul tempo e sulla memoria, ricostruite in una forma estetica e poetica di critica sociale.

Vincenzo Grosso 19 aprile - 9 maggio
É interessato all’arte di strada e al writing. La sua ricerca si concentra sul segno che indaga sperimentando diversi materiali trovati e oggetti, legni, plastiche. Assembla, trasforma, definisce e mette insieme elementi dando vita a una particolare archeologia del futuro. Ogni segno è frammento, parte di un tutto insondabile e invisibile. I suoi ultimi lavori pittorici focalizzano l’attenzione sulle post architetture e le possibili conseguenze degli eccessi del mondo moderno.

Rita Correddu 17 maggio - 6 giugno
Concentra la sua ricerca nell’osservare la realtà per suggerire, attraverso delicate sottolineature, con interventi minimi talvolta effimeri o destinati a svanire, confondendosi, nuove possibilità di azione e di visione. Indaga le forme espressive del vissuto umano, dove si manifestano memoria personale e collettiva, attraverso storie antiche e presenti, reali o immaginate. Suoni, immagini, parole dette, scritte, supportano una ricerca che inizia dal luogo, luogo di riflessione, luogo pubblico, opera diffusa nel tempo e nello spazio: una variazione sull’idea di monumento contemporaneo.

Alessandro Biggio 14 giugno - 4 luglio
Punto di partenza dell’artista per il suo lavoro sono le imperfezioni fisiche, i materiali di scarto o divenuti privi di funzione, tutti gli elementi in cui è presente una forte componente autobiografica o affettiva. L’obiettivo non è comunque preservarne il ricordo ma innestarci sopra un’altra ipotesi di realtà. Come una nuova costruzione che poggia su delle macerie, nelle sculture come nelle installazioni, il suo lavoro trova in questa precarietà il suo senso.

http://www.sardegnaoggi.it/Spettacolo_e_Cultura/2012-02-22/17732/Al_MAN_di_Nuoro_Arte_a_misura.html

domenica 6 maggio 2012

Premio Frampuljazz 2012


Da alcuni anni l’Associazione “dai de jazz” ha istituito il premio FRAMPULjazz assegnato ogni anno al personaggio che ha contribuito significativamente a diffondere la musica jazz.


Il Premio 2012 è stato assegnato a Paolo Fresu, protagonista assoluto della scena musicale internazionale, che lo scorso anno per celebrare i suoi 50 anni ha dato vita ad una serie  di concerti (50 appunto) memorabili nella sua Sardegna.
 Un progetto ispirato, come nella natura e nello stile di Paolo, non solo alla genialità del suo linguaggio artistico, ma anche alle tematiche sociali della solidarietà ed ecologiche dello sviluppo sostenibile e del rispetto ambientale che da sempre gli stanno a cuore.
Paolo Fresu, inoltre  è da sempre un artista sensibile e disponibile a dare visibilità, attraverso la sua musica, ad associazioni e movimenti attivi nella difesa dei diritti umani.
 Un impegno che è giusto evidenziare anche attraverso l’assegnazione del Premio FRAMPULjazz2012.
ALBO D’ORO
 2009  Michele Minisci 2010  Giorgio Orioli
 2011  Flavio Boltro
 2012  Paolo Fresu

Luca Devito
http://www.paolofresu.it/site/index.htm

lunedì 30 aprile 2012

La Mostra de Il Popolo di Bronzo




Ad Alghero la mostra "Il Popolo di bronzo"
08/03/2012 09:50:22
Verrà inaugurata domenica 11 marzo alle ore 19, presso la Torre di San Giovanni in Largo San Francesco, la mostra “Il Popolo di Bronzo” organizzata dalla Fondazione META e curata dall’artista Angela Demontis. Alle 17.30 conferenza dell'Associazione Tholos

ALGHERO - Verrà inaugurata domenica 11 marzo alle ore 19, presso la Torre di San Giovanni in Largo San Francesco, la mostra “Il Popolo di Bronzo” organizzata dalla Fondazione META e curata dall’artista Angela Demontis.
La Civiltà Nuragica è per il Popolo Sardo sicuramente il periodo storico più esaltante, il momento in
cui la nostra isola ha avuto un’indipendenza ed una identità compiute, con un ruolo strategico nel
Mediterraneo per secoli di primaria importanza, che forse non ha più conosciuto, non almeno in
questi termini e di cui come sardi dovremmo essere orgogliosi.
La traccia lasciataci dai nostri antenati è così profonda da aver modificato perfino il paesaggio con la presenza dei monumentali nuraghi che, a migliaia, sono disseminati nel territorio, ancora purtroppo non valorizzati come meriterebbero.
Su queste tematiche domenica 11 marzo alle ore 17,30, prima dell’inaugurazione, si terrà una
conferenza di presentazione, con la proiezione di immagini e filmati, organizzata dall'Associazione
Tholos, nella Sala Convegni della Fondazione in Piazza Porta Terra.
Angela Demontis illustrerà il percorso che, dalla pubblicazione del volume Il Popolo di Bronzo con
lo studio di 100 bronzetti, ha portato alla mostra che sarà aperta al pubblico alle ore 19 a conclusione della serata culturale.
Nella prestigiosa cornice dell'antica torre verranno esposti dieci manichini che indossano gli abiti
nuragici realizzati dall'artista cagliaritana, frutto di un attento studio dei bronzetti esposti nei
musei sardi e di un lungo lavoro di ricerca sui materiali, con la consultazione delle fonti e dei testi
classici, come l’Odissea e l’Iliade.
Lo studio è riproposto nei pannelli esplicativi illustrati che consentono una facile lettura del
percorso espositivo, le visite guidate di gruppi e scolaresche saranno curate dalla Cooperativa
Itinera, anche su prenotazione.
La realizzazione delle opere è stata possibile grazie alla Provincia di Cagliari, istituzione che ha
creduto nel progetto e finanziato la ricerca di archeologia sperimentale e l’allestimento della
mostra, ottenendo un risultato di grande effetto scenografico, oltre che di grande spessore storico
e culturale.
La prima edizione è stata ospitata nel Museo Archeologico Nazionale di Cagliari, nella
sezione Nuragica, che costituisce un vero e proprio sigillo di approvazione del rigore storico-
filologico che ha caratterizzato la riproduzione degli abiti, delle armi e degli accessori esposti.
Dopo numerose esposizioni in varie località, non solo della Sardegna, la mostra approda ad Alghero e sarà visitabile fino al 13 maggio, offrendo al visitatore l’opportunità di conoscere a dimensione reale alcuni aspetti insiti dell’abbigliamento del popolo dei nuraghi.
Parte 1                                                                                  







Parte 2
Lo studio del piccolo “esercito” di bronzo ci fa vedere come dovevano essere abbigliate le persone in epoca nuragica, come una sorta di scatti “fotografici” dell’epoca. Attraverso un’attenta analisi delle statuette di bronzo si acquisiscono informazioni sul gusto estetico, sull’articolazione sociale e sui mestieri di una società che veniva a contatto con diversi popoli dell’area mediterranea e che da questi contatti e confronti culturali acquistava e proponeva a sua volta stimoli importanti per la crescita e lo sviluppo delle diverse etnie. Tutti gli elementi esposti in mostra sono stati studiati e riprodotti riportando a proporzione “umana” i particolari visibili sui bronzetti. Oggetti particolari come i cappelli femminili in vegetali intrecciati, le armi di bronzo massiccio, il vaso in terracotta, le acconciature, arco e frecce, gli elementi di legno, sono stati realizzati da esperti artigiani dei relativi settori. Alcuni pezzi, come per le spade a lama larga e i pugnali ad elsa gammata, sono le riproduzioni di modelli esposti al Museo Archeologico di Cagliari: la spada di Oroè e il pugnale di Santadi sono stati modellati dall’Autrice prima in argilla e poi “trasformati”in bronzo da un esperto fonditore col metodo di fusione a cera persa. L’Autrice ha confezionato personalmente, e cucito a mano tutti gli abiti di lana e lino, le corazze di cuoio dei guerrieri, alcuni elementi dell’armamento di legno e rame. Tutti pezzi unici.
Per i relativi settori di competenza ci si è avvalsi della consulenza archeologica e naturalistica. Ogni “costume” completo è esposto indossato da un manichino.
Ogni personaggio è accompagnato dal proprio pannello esplicativo, una sorta di “carta d’identità”, completo di testi (italiano, sardo, inglese), foto del bronzetto preso in esame per la ricostruzione, disegno con lo studio del costume intero da “Il popolo di Bronzo” e disegno del costume a colori. La mostra completa è composta da tre sezioni illustrate da pannelli didattici: la prima parte informa sulla “moda” antica nel Mediterraneo e in Sardegna; la seconda parte riguarda i 10 personaggi coi loro pannelli esplicativi; la terza parte descrive i materiali e le tecniche come l’arte della tessitura, la concia delle pelli, la lavorazione del legno, i metalli e l’argilla.
Con questo lavoro d’illustrazione e ricerca, e con la ricostruzione dei costumi nuragici, l’Autrice intende restituire, finalmente, dignità umana a queste persone ritratte con maestria nelle piccole statuette bronzee: un intero Popolo che ci ha lasciato testimonianza del suo passaggio consentendoci di riscoprire un tassello importante della nostra Storia. Gli antichi Sardi, i costruttori di torri, riprendono vita.

http://www.algheronotizie.it/articoli.php?id_articolo=15930
://www.angelademontis.it/PDB-la_mostra.htm
http://sardegnaomnia.altervista.org/la-mostra-de-il-popolo-di-bronzo/
http://www.beniculturali.it/mibac/export/MiBAC/sito-MiBAC/Contenuti/MibacUnif/Eventi/visualizza_asset.html_1150845191.html




sabato 28 aprile 2012

28 Aprile: Sa die de sa Sardinia!




Giuseppe Sciuti, Ingresso trionfale di Giommaria Angioy a Sassari, 1879
Giuseppe Sciuti, Ingresso trionfale di Giommaria Angioy a Sassari, 1879 

Sa die de sa Sardigna è la festa del popolo sardo che ricorda i cosiddetti "Vespri Sardi", cioè l'insurrezione popolare del 28 aprile 1794 con il quale si allontanarono da Cagliari i Piemontesi e il viceré Balbiano in seguito al rifiuto del governo torinese di soddisfare le richieste dell'isola titolare del Regno di Sardegna.

I Sardi chiedevano che venisse loro riservata una parte degli impieghi civili e militari e una maggiore autonomia rispetto alle decisioni della classe dirigente locale. Il governo piemontese rifiutò di accogliere qualsiasi richiesta, perciò la borghesia cittadina con l'aiuto del resto della popolazione scatenò il moto insurrezionale.

Il movimento di ribellione era iniziato già negli anni Ottanta del Settecento ed era proseguito negli anni Novanta toccando tutta l'isola. Le ragioni erano di ordine politico ed economico insieme.

Il motivo del malcontento popolare era dovuto anche al fatto che la Sardegna era stata coinvolta nella guerra della Francia rivoluzionaria contro gli stati europei e dunque contro il Piemonte. Nel 1793 una flotta francese aveva tentato di impadronirsi dell'isola, sbarcando a Carloforte e insistendo successivamente anche a Cagliari. I Sardi però opposero resistenza con ogni mezzo, in difesa della loro terra e dei Piemontesi che dominavano allora in Sardegna. Questa resistenza ai Francesi aveva entusiasmato gli animi, perciò ci si aspettava un riconoscimento ed una ricompensa dal governo sabaudo per la fedeltà dimostrata alla Corona.

La scintilla che fece esplodere la contestazione fu l'arresto ordinato dal viceré di due capi del partito patriottico, gli avvocati cagliaritani Vincenzo Cabras ed Efisio Pintor. Siamo appunto al 28 aprile del 1794: la popolazione inferocita decise di allontanare dalla città il viceré Balbiano e tutti i Piemontesi, che nel mese di maggio di quell'anno furono imbarcati con la forza e rispediti nella loro regione. Incoraggiati dalle vicende cagliaritane, gli abitanti di Alghero e Sassari fecero altrettanto.

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