giovedì 2 agosto 2012

Paolo Fresu:"Fuoco" Time in Jazz 2012


Il terribile rogo dello scorso luglio nelle campagne tra Oschiri e Berchidda ha anticipato drammaticamente l’edizione numero ventiquattro del festival internazionale Time in Jazz.
Questo anno ci prepariamo all’importante compleanno dei venticinque anni e ciò accade sviscerando proprio il tema del fuoco e chiudendo idealmente il capitolo quadriennale legato agli elementi.
Se venticinque anni sono un traguardo importante lo è ancora di più il cammino intrapreso da Time in Jazz quattro anni fa, quando si decise di indagare sullo stato del pianeta e sulle possibili relazioni tra l’arte e la natura.
Ciò era già stato fatto in passato, ma proprio l’intuizione del 1997, quando Antonello Salis tenne un piano solo nella piccola chiesetta di Sant’Andrea, ci ha portato negli anni a dover riflettere non solo sul rapporto tra uomo-musica-territorio-natura ma sull’impatto che un festival come il nostro può avere sull’ambiente che ci ospita.
Ritengo che quell’intuizione di allora abbia modificato in modo sostanziale il ruolo del festival e la natura dello stesso. Rendendoci più responsabili e coscienti dell’importante compito che una manifestazione come la nostra deve avere. Compito e missione che non deve essere solo il proporre buona musica ma utilizzare i suoni (ma anche le altre forme artistiche che a Berchidda sono di casa da anni) per una riflessione collettiva intorno ai temi ambientali e a quelli energetici.
Il progetto Green Jazz, da noi sviluppato, ha contribuito a stimolare un dibattito intorno a questioni fondamentali che riguardano tutti e il ritrovarci tutti assieme, a consumare il rito collettivo del concerto immersi nella natura o ospiti in una basilica persa nel nulla, ci obbliga non solo a dialogare correttamente con gli spazi ma a viverli coralmente dividendoli e condividendoli con gli altri.
In fondo il rispetto per il pianeta passa attraverso quello verso noi stessi e verso gli altri, e in questo senso la musica e l’arte hanno un valore fondamentale in quanto linguaggi comunicativi che attraversano l’uomo e il mondo, tessendo fili che annodano la parte più profonda e recondita di noi stessi.
Dovessi tracciare un bilancio di questo quarto di secolo direi che il vero successo di Time in Jazz non è nella musica e nella gente che accorre numerosa. Perché se ciò è fondamentale lo è ancora di più avere fatto di Time in Jazz il luogo che ribalta il tradizionale concetto del vedere e del sentire.
A Berchidda si vede con il cuore e si sente con gli occhi perché nei mille luoghi incontaminati che ci accolgono i sensi si amplificano grazie ai colori e ai profumi che a loro volta donano magia e poesia alla musica.
Quelli della terra e quelli dei suoi frutti che sono il vino, l’olio, il formaggio, il miele…
La scommessa del futuro sarà non solo esserci ancora ma proseguire questo percorso che, negli anni, ha intrapreso direzioni diverse fino ad approdare al nostro tempo.
Purtroppo non è stato difficile in questi quattro anni essere attuali. Le catastrofi del mondo hanno fatto sì che per ogni elemento ci fosse sempre un’attualità costante che s’innestava in ciò che andavamo a sviluppare in seno alle nostre attività.
Se il jazz è la musica contemporanea per antonomasia, questa non fa altro che percorrere parallelamente l’evoluzione della storia e così è stato anche per noi.
Dopo Acqua, Aria e Terra non si poteva chiudere questo ciclo che con il tema del Fuoco che, soprattutto in Sardegna, è sempre di un’attualità sconvolgente.
E non potevamo non essere nel Tempio (maiuscolo come la città gallurese) di Curraggia, dove, nel 1983, perirono nove persone per un incendio doloso, che rappresenta, per tutti, il monito di un passato che non deve ritornare.
I tanti artisti che compongono il nutrito programma di quest’anno hanno il compito di tradurre in suoni, forme e colori ciò che l’elemento del fuoco potrà loro suggerire. Certi che questo sarà declinato in mille e mille variazioni simboliche.
Perché il fuoco non è solo distruzione e morte ma anche redenzione e luce.
Paolo Fresu

Dal sito:
http://www.timeinjazz.it/programma_calendario_pages.php?l=2&id=9&id_cal=118&id_p=297
http://www.timeinjazz.it/programma_calendario_pages.php?l=2&id=9&id_cal=118&id_p=296

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